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Random thoughts

Updated: Aug 1, 2024

GENIALE! UN GENIO!

Due termini di cui si abusa. Solitamente siamo portati a considerare geniale tutto quello che difficilmente avremmo potuto realizzare noi, come a voler dire: "ci voleva un genio per fare una cosa che non ho pensato di fare io!" Senza renderci conto che la nostra considerazione del "geniale", non fa altro che evidenziare i nostri limiti.


LA TECNOLOGIA STITICA

Una volta nel cesso si facevano le parole crociate, si leggeva una rivista, al massimo un libro. Ora si pubblicano foto, si scrive agli amici, si condividono video e sensazioni, si esprimono pareri e si augura buon compleanno. Abbiamo portato la tecnologia nel cesso insieme a noi? O abbiamo portato la nostra vita nel cesso grazie alla tecnologia?


NESSUN DUBBIO!

Ho fatto tanti errori nel provare ad essere felice, due volte lo sono stato sopra ogni ragionevole dubbio: quando sono nati Stefano e Daniele. Che amo. E di questo sarò loro grato per sempre.


A CHI RESTA SEMPRE

Tornare a casa e sapere che c’è qualcuno che ti aspetta.

Conosco solo un modo per misurare il tempo: con te e senza di te.

Il tempo da quando non ci sei più ha perso la sua linearità, si è spezzato. Esiste un prima e un dopo.

Prima del primo settembre e dopo il primo settembre. E non esiste più una casa dove tornare

perché non esisti più tu.


ATTESE

La vita è fatta di attese.

Ce ne è una per ogni cosa

e in quelle attese disperdiamo

tempo prezioso.

Forse basterebbe non pensare

troppo, ma agire di istinto.

Rischiare, se è il caso.

In fondo per aspettare

c’è sempre tempo.

Come per morire.


UN NON INCONTRO

Erano 41 anni che non si vedevano. Come avevano fatto a riconoscersi dopo tanto tempo, resta un mistero. Soprattutto perché non si erano mai incontrati prima.


MARZO 2022

Oggi sono 14 anni che è morto mio padre. Solitamente, anzi mai prima d’ora, l’ho ricordato così “apertamente”. Oggi voglio farlo e per una volta tanto mi sentirò, nello scrivere tante banalità, come Fabio Volo e Paulo Coelho. Non si può mettere da parte la perdita di un genitore. Non si può dimenticare. Non si può far finta che nulla sia successo. La vita per fortuna ti impone di andare avanti, ma un pezzo di te è rimasto comunque fermo lì, ad aspettare ancora un abbraccio, ancora una carezza, ancora una parola. E non conta quanti anni tu abbia, non conta quanta felicità ci sia intorno a te. Vorresti ancora quell’abbraccio, ancora quella carezza e ancora sentire la sua voce. Anche se tutto questo non è mai stato così presente prima. Per educazione, per cultura, per pudore. La mancanza di un padre, una madre, non si spiega a parole. Se proprio dovessi provare a renderla come immagine, mi viene in mente un uomo che si tuffa da un alto scoglio nel più azzurro e trasparenti dei mari. Va giù, giù, giù e ancora più giù per la spinta, a fondo, nell’acqua. Poi comincia a risalire, guardando verso l’alto dove i raggi del sole penetrano dalla superficie creado una specie di porta per il paradiso, in un’atmosfera quasi mistica, il fiato comincia a mancarti, senti il bisogno di aprire i polmoni e farci entrare aria all’interno, e vai, su, sempre più su, attimi che cominciano a sembrare eterni... finalmente sbuchi fuori dall’acqua con violenza, a bocca aperta e la vita si rimpossessa di te. Ecco. Ora provate a immaginare di non riuscire ad arrivare mai fuori.


16 NOVEMBRE 2021

Oggi mi sono svegliato "mogio", poi ho visto la data, 16 novembre e mi sono ricordato che è il compleanno di mio padre... chissà in salute come sarebbe stato a 90 anni, magari un vecchietto arzillo sempre elegante... l'unica cosa che non ho mai perdonato alla vita, per così dire, è di averlo "ridotto" a tutto l'opposto di quello che era sempre stato: vitale e solare. Con il senno di poi avrei voluto che fosse morto all'improvviso, per strada, mentre sorridendo ai conoscenti che incrociava per strada, sempre ben vestito e curato, stesse pensando: oggi è il mio giorno preferito...


UN RICORDO Quando ero piccolo, ma piccolo, quanto ho desiderato una radiolina portatile… non esistevano cuffie o walkman, io desideravo proprio la radiolina… e mio padre me la comprò. Piccola con gli angoli arrotondati giallo e crema, con i fori dove c’era l’altoparlante e la rotella sul lato per cambiare la stazione… l’antenna di metallo telescopica… adoravo sentire la radio, sentire le notizie o forse sentire solo qualcuno che parlasse… che mi parlasse...

mi è rimasta questa cosa della radio… e mi è rimasta questa sensazione di voler essere parlato, raccontato...


PETER PAN

Alla domanda di Peter Pan “perché non riesco a volare?”, James Mattew Barrie fa rispondere a Campanellino: per volare hai bisogno di ritrovare i tuoi pensieri felici; solo chi sogna può volare; nessun ostacolo potrà fermarti finché la voglia di volare sarà più forte della paura di cadere; nel momento stesso in cui si dubita di poter volare si cessa anche di essere in grado di farlo; però se vuoi volare devi rinunciare a tutto ciò che ti pesa.


RIFLESSIONE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS Penso che dire che l'Italia (il mondo) per quasi due mesi si è fermata sia sbagliato. Moltissimi hanno continuato a lavorare sul campo per garantire i servizi essenziali e il rifornimento delle merci, moltissimi altri da casa. La verità è che in quasi due mesi quello che si è veramene fermato è tutto quello che non è indispensabile alla nostra sopravvivenza ma che ci rende la vita molto più piacevole (che comuque è un concetto soggettivo). Chiamiamola per semplificare, ma dentro c'è tanta cultura, professionalità, competenza, creatività, "l'industria del divertimento" e ovviamento tutto l'indotto che si porta dietro.

Ecco fermata questa, è crollata l'economia. Sarà un segno dei nostri tempi, dove per dirla con le parole di Pascal: "L’unica cosa che ci consola dalle nostre miserie è il divertimento, e intanto questa è la maggiore tra le nostre miserie" e lo diceva nel 600.

CHI MI FA PAURA

A me fanno paura gli ipocriti che non dicono quello che pensano o peggio ancora dicono l’opposto di ciò che pensano. Sono quelli che ti voltano la faccia da un momento all’altro. A me fanno paura quelli che non hanno il coraggio di affrontarti guardandoti negli occhi, che si nascondono dietro le circostanze e le finte impossibilità. Che hanno un alibi per tutto. E che sono quelli che poi ti pugnalano alle spalle. A me fanno paura tutti quelli che si fanno plagiare, manovrare, dominare, schiacciare perché saranno i primi a rifarsi su tutti tranne che i loro carnefici. A me fanno paura quelli che non danno mai una risposta, che non riescono mai a trovare tempo per risolvere le questioni, ma le lasciano lì a marcire e finiscono per marcire pure loro. Amo quelli che non hanno paura di dire quello che pensano. Amo quelli che non temono di gridare le proprie emozioni fino a poter sembrare pazzi. Amo quelli che lottano, che non si fanno condizionare dai pregiudizi, che si fanno emarginare pur di rimanere se stessi.

QUALCOSA CHE TESTIMONI LA NOSTRA ESISTENZA

Dovremmo tutti scrivere qualcosa e raccontarci. O, se non vogliamo scrivere, produrre comunque qualcosa di "nostro" "tangibile" da lasciare ai nostri figli. Un giorno potranno leggere, ascoltare, guardare e capire meglio chi erano i loro genitori. Perché nonostante l'amore, l'impegno, spesso non riusciamo a comunicare chi siamo veramente perché siamo veramente noi stessi quando ci adoperiamo in quello che più amiamo e che ci permette di scavare dentro noi stessi, o almeno provarci.

VITE PARALLELE In fondo accade anche quando si legge un libro di vivere vite parallele, almeno a me capita spesso di immedesimarmi talmente tanto nella storia e nella vita del protagonista da diventare tutt’uno con lui e non vedere l’ora di continuare a leggere per andare avanti nella storia, ma soprattutto per viverla, come se il tempo si fosse fermato nell’attimo esatto in cui ho chiuso il libro e riprendesse a scorrere solo quando lo riapro e ricomincio a leggere. Tutto quello che è successo tra la chiusura del libro e la sua riapertura rappresenta la vita reale, che sembra non avere la stessa importanza della storia che si sta vivendo nel libro. Io, come molti, assumo un tono di voce che credo meglio si adatti al protagonista del mio libro, a volte ne ho una descrizione fisica e lo immagino di persona, ma anche gli altri personaggi hanno una loro caratteristica fisica ed un tono di voce e così invece di essere solo un personaggio, ne siamo tanti, ma solo ad uno ci leghiamo in particolar modo, lo imitiamo addirittura, più o meno consapevolmente. Leggere rappresenta, secondo me, una delle esperienze creative più valide, dove ci si costruisce intorno un mondo intero. Vero è che non è creato da noi perché è l’autore il vero artefice della creazione della storia, ma noi la rendiamo viva, entriamo dentro come se la storia, i personaggi, i luoghi, immobili all’interno delle pagine, non aspettassero che noi per vivere, come una sorta di meccanismo perfetto, un carillion, un grande orologio, che si ferma nel momento in cui chiudi il libro e ricomincia a muoversi quando lo riapri. Se avvicinassimo un orecchio al libro e chiudessimo gli occhi, forse potremmo sentire il suono dei tanti piccoli ingranaggi inesistenti che regolano e scandiscono le nostre emozioni. Che emozione ti può dare un parallelepipedo di carta, spesso coperto di polvere, dimenticato su di uno scaffale insieme a tanti altri parallelepipedi di carta! Chissà se di notte, i personaggi dei libri “evadono” dalle loro pagine ed entrano in quelle di altri per creare storie fantastiche, mai scritte e raccontate da nessuno! Chissà!

SCONOSCIUTI

Quante volte, semplicemente, per strada, incrociamo uno sconosciuto, magari lo osserviamo, a volte scappa un sorriso, o un saluto perché ci è troppo familiare il suo volto e comunque continuiamo dritti per la nostra strada. In quel momento le vite di due persone si sono incrociate, magari non capiterà più, mai più, ma almeno per una frazione di tempo molto limitata, le linee immaginarie della vita di quelle due persone si sono incrociate, hanno stabilito un punto di contatto su di un invisibile diagramma della vita, l’una con quella dell’altro, hanno entrambi avuto la consapevolezza dell’esistenza dell’altro. Abbiamo condiviso una frazione del nostro tempo passato sulla terra. Di queste condivisioni ce ne sono miliardi, pensandoci immagino la mappa della rete neurale del nostro organismo. Eppure non ci facciamo mai troppo caso.

INVECCHIARE

L’unica cosa che mi fa accettare il pensiero della vecchiaia è vedere i miei figli crescere. Una vita senza figli è un viaggio senza alcuna destinazione.

ZUC

Zuckerberg dovrebbe vincere il premio nobel per la scienza. Ha inventato la scatola dei ricordi. Io non ho mai avuto una buona memoria, anzi pessima. Facebook tiene traccia di tutto quello che faccio, dove sono, con chi sono, cosa mangio, cosa dico. Nella vita reale è impossibile immagazzinare una tale quantità di informazioni. E puoi accedervi quando e dove vuoi. Proprio con questa premessa, la connessione ad internet dovrebbe essere gratuita in ogni parte del mondo perché ogni essere umano deve sempre avere la possibilità di accedere ai propri ricordi in qualsiasi momento.

TEMPO

Il tempo trascorso in bagno si misura, ormai, con la percentuale di batteria del telefonino consumata e non dallo scorrere dei minuti.

GIOVANI

Quanto sono avanti e puliti i giovani. Mio figlio 13 anni durante una conversazione sull’uso che le persone fanno di un social network. La mia opinione era quella che molti pubblicano immagini, stati ed altro per mostrarsi felici, positivi, felici e vincenti… Insomma per apparire, fondamentalmente “migliori”. Stefano invece con una lucidità impressionante osservava di contro che mi sbagliavo. Facebook è come un album di foto, in cui tu raccogli i momenti più belli e felici, mica nell’album metti anche le foto di quando stai male? E poi cosa fai? Quando vengono gli amici a trovarti fai vedere il tuo album, o le diapositive, te le ricordi le diapositive pa’? Ora c’è Facebook. La differenza è che i tuoi amici possono anche non venire a casa per vedere i tuoi ricordi più belli.

PAYING TV

Perché a nessuno è venuto ancora in mente di inventare la PAYING TV? La tv che ti paga, esatto. Non quella che dobbiamo pagare per vedere, esattamente l’opposto: se mi paghi ti guardo. Allora pensate se nascesse una TV che ti paga soltanto per essere sintonizzato sul proprio canale, nella fascia oraria che per esempio va dalle 7,30 di mattina alle 13,30, cioè quella seguita principalmente dalle massaie e stipulasse dei veri e propri contratti “su misura” dell’utente, per esempio relativamente alla sua disponibilità di tempo, di preferenze, di gusti, di target sociale, e chissà quanti altri parametri si possono inventare! Tu tieni accesa la TV, come già fai normalmente per abitudine o per compagnia e passivamente ti lasci persuadere dalla pubblicità e dalle telepromozioni, (cosa che già succede normalmente) ricevendo in cambio se non denaro contante, buoni acquisto, buoni benzina, viaggi o beni di consumo. Ovviamente ci sarebbero programmi di intrattenimento, film, soap e quanto di meglio la tv generalista può offrire. Come? con un decoder ad hoc che ti permette di vedere quel canale, che segnala (perché si può) che sei sintonizzato e stai guardando il canale che ti paga.

SIGARETTE

Per riuscire a mantenere una soddisfacente attività sessuale in età anche molto avanzata, bisogna mantenere la mente attiva, leggendo, coltivando interessi, non smettendo di essere curiosi. Se facessimo capire ai nostri ragazzi che fumare o usare droghe può danneggiare anzi sicuramente danneggia o diminuisce la capacità erettile anche in età non sospetta e quindi figuriamoci da "vecchi", forse ci penserebbero un attimo prima di assumerne. Qualcuno di loro potrà dire: ma che cazzo dici, io dopo una sniffata di coca rieso a tenerlo duro ore... Ma certo. La prima volta, magari anche la seconda poi man mano l'assuefazione ti fa l'effetto contrario, allora aumenti la dose, ti va su una bellezza la prima volta, la seconda già meno, ma intanto ti sei spappolato il cervello. Allora pensateci bene. A 20 o anche 30 anni il fisico può ancora reagire, ma pian piano arrivi a 50 che sembrano molti ma vi garantisco che sono i migliori e non ti viene su neanche con la gru. Potrebbe funzionare. Fumare dimuisce la tua capicità di trombare. La droga prima che te, uccide il tuo pisello.


LA PERDITA

Non si può mettere da parte la perdita di un genitore. Non si può dimenticare. Non si può far finta che nulla sia successo. La vita per fortuna ti impone di andare avanti, ma un pezzo di te è rimasto comunque fermo lì, ad aspettare ancora un abbraccio, ancora una carezza, ancora una parola. E non conta quanti anni tu abbia, non conta quanta felicità ci sia intorno a te. Vorresti ancora quell’abbraccio, ancora quella carezza e ancora sentire la sua voce. La mancanza di un padre, una madre, non si spiega a parole. Se proprio dovessi provare a renderla come immagine, mi viene in mente un uomo che si tuffa da un alto scoglio nel più azzurro e trasparenti dei mari. Va giù, giù, giù e ancora più giù per la spinta, a fondo, nell’acqua. Poi comincia a risalire, guardando verso l’alto dove i raggi del sole penetrano dalla superficie creado una specie di porta per il paradiso, in un’atmosfera quasi mistica, il fiato comincia a mancarti, senti il bisogno di aprire i polmoni e farci entrare aria all’interno, e vai, su, sempre più su, attimi che cominciano a sembrare eterni... finalmente sbuchi fuori dall’acqua con violenza, a bocca aperta e la vita si rimpossessa di te. Ecco. Ora provate a immaginare di non riuscire ad arrivare mai fuori.



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